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LA SALUTE VIEN DAL BASSO

Sù le gambe !!!!

Da quando l’uomo scimmia è diventato bipede, la sua struttura anatomica ha cercato di adattarsi ad una nuova vita, meno aerea e più terrena, con non poche problematiche, specie nella vita moderna.

L’allungamento degli arti inferiori e l’accorciamento degli arti superiori è, dopo la perdita dei piedi prensili, ciò che maggiormente ci differenzia dai nostri antenati primati.

Ma mentre gli organi interni hanno poco sofferto la trasformazione, i sistemi osteo-muscolare, circolatorio e linfatico hanno iniziato un periodo travagliato che non ha certo tratto beneficio dalle più recenti “comodità”.

IL PASSATO

E’ stata sempre dura, per le nostre gambe, reggere il peso non solo corporeo, ma anche trasportato, che i nostri avi hanno sostenuto camminando, combattendo, lavorando, costruendo e traslocando.

Gli agenti atmosferici una volta sferzavano e affliggevano le nostre appendici con una violenza inaudita, provocando danni irreversibile e invalidanti mutilazioni.

Né ci si preoccupava, un tempo, di mantenere le gambe valide ed efficienti, essendo l’aspettativa di vita circa la metà dei giorni nostri. L’utilizzo di calzature protesse la parte più delicata e fragile (il piede) con tipologie sempre più performanti, protettive e funzionali all’uso, differenziate in modelli glamour e sportivi, da corsa, salto e arrampicata, adattandosi ad ogni piede e pedone.

L’invenzione delle calze elastiche e dei collant, invece, fu accolta più come un vezzo estetico che come un ausilio flebologico, tanto che i primi modelli rallentavano ancora di più la circolazione grazie agli elastici autoreggenti che le donne (e al polpaccio anche gli uomini) usavano abitualmente.

IL PRESENTE

Negli ultimi decenni però, le gambe sono diventate il “tallone d’Achille” di molti di noi a causa dell’aumentata aspettativa di vita e degli svantaggi di una vita sempre più sedentaria e meno attiva. Se da un lato gli sbalzi termici sono meno violenti, dall’altro lo stare seduti per ore degli impiegati affligge le gambe tanto quanto lo stare fermi in piedi tutto il giorno di commesse o vigili urbani.

Già, perché le nostre gambe sono nate per camminare, camminare e camminare. Riposarsi ogni tanto, ma non per ore e non per giorni, mesi ed anni.

Questa palude circolatoria affligge il metabolismo di articolazioni, muscoli e cute.

L’assenza di movimento che i nostri figli sperimentano fin dalla nascita, li costringe a vite “in scatola” con solo poche ora di attività fisica a settimana, quasi mai all’aperto.

Il loro peso quindi aumenta, grazie ad una alimentazione troppo ricca e squilibrata, causando incurvamento delle gambe e difficoltà di appoggio che osteopati e posturologi vedono ogni giorno.

IL FUTURO

Ora capite come siano cambiate le minacce delle nostre gambe dal secolo scorso ad oggi. Dall’usura degli agenti atmosferici e dei pesi sollevati, si è passati all’assenza totale di attività e alla superalimentazione. E gli effetti non tardano a farsi vedere: exploit di edemi, cellulite, varici, ulcere e complicanze diabetiche. Questi i veri nemici di oggi. Non ultima la pigrizia, complice la domotica che col telefono ormai accende e apre ogni cosa, ordina i pasti e porta persino fuori il cane. Ma noi?

Quali sono i sintomi premonitori, i campanelli di allarme che devono allertarci su una situazione di pericolo imminente per le nostre gambe?

  • Gonfiore, edema
  • Pesantezza delle gambe
  • Crampi, prurito e dolore, soprattutto di notte
  • Formicolii
  • Pigmentazioni
  • Distrofie della cute e degli annessi (peli, unghie)

Questi segnali possono manifestarsi in qualsiasi periodo dell’anno, ma si accentuano soprattutto durante i mesi estivi.

E come se non bastasse, vi ricordo che il danno microcircolatorio è il primum movens della Pannicolopatia Edemato FIbro Sclerotica (PEFS) che ben conosciamo col nome di cellulite!

Proprio per questo ogni hanno questo inestetismo raggiunge platee sempre più vaste di adepte e sempre più in età giovanile.

SIAMO FATTI COSI’

Il cuore pompa sangue arterioso “in salita” verso testa e braccia, per cui deve mantenere una certa forza (gittata) per far sì che arrivi al punto più alto e poi ridiscenda agevolmente tramite il circolo venoso, che lo riporta al cuore e poi ai polmoni per riossigenarsi. Ricordate?

Il cuore pompa però sangue arterioso anche “in discesa” verso le gambe, che scende a cascata fino ai piedi, ma poi come risale?

Con molta fatica, ansimando e sbuffando lungo il circolo venoso, che si è inventato degli artifizi per risalire le cascate e riportare il prezioso liquido al cuore-pompa. Essi sono:

1. LA SPUGNA PLANTARE

Sotto ai piedi abbiamo un tessuto vascolare spugnoso che svuotiamo ogni volta che appoggiamo il piede e riempiamo ogni volta che lo solleviamo. Così, camminando, correndo e saltando pompiamo sangue verso l’alto e facilitiamo il “giro di boa” del sangue arterioso arrivato al capolinea della circolazione delle gambe. Ogni passò è quindi una spinta verso l’alto del sangue plantare che viene pompato ritmicamente e non ristagna alle caviglie.

2. LA POMPA MUSCOLARE

I polpacci sono attraversati da vasi venosi che vengono spremuti ogni volta ci alziamo sulle punte e contraiamo tali muscoli, facilitando lo svuotamento e la risalita del sangue dai piedi verso il ginocchio. Camminare, pedalare, salire le scale e saltare, quindi spremono i vasi verticali delle gambe spingendo contro gravità il sangue venoso.

3. LE VALVOLE A NIDO DI RONDINE

Le vene più grandi di gambe e cosce, che raccolgono i vasi minori, sono poi dotate di valvole a coppa che si aprono quando il sangue risale (spinto dalla spugna plantare e dai polpacci) e si richiudono quando il sangue tenta di scendere (quando i polpacci si distendono e il piede si solleva). Questa danza ritmica fa risalire il sangue verso l’alto un piano per volta, come un montacarichi, fermandosi ad ogni piano grazie alla continenza di queste importanti valvole safene e poplitee. L’ecografia degli arti inferiori viene fatta proprio per questo: per misurare la loro tenuta e quantificare il grado di cedimento in base al rigurgito di sangue che ritorna quando non sono più perfettamente efficienti. Le valvole venose, infatti, reggono il peso del sangue finchè possono, ma quando diventano “insufficienti” una parte di sangue retrocede ad ogni spinta, dilatando i vasi dando origine alle varici che ben conosciamo. E’ in questo momento che iniziano i problemi circolatori e che il sangue, rallentato nella risalita, ristagna e “trasuda” all’esterno la parte liquida, evidente come edemi e gonfiori alle caviglie, cute pallida e fredda, fino all’atrofia di pelle ed annessi.

QUINDI CHE FARE?

  1. Prima di tutto muoversi il più possibile. Mantenere attivi muscoli ed articolazioni è un toccasana non solo per le gambe ma per tutti gli altri distretti corporei come recita lo slogan “Le scale sono musica per le tue gambe”. Qualunque tipo di attività dalla camminata nordica alla maratona di New York vanno bene purchè rapportate alla preparazione atletica di ognuno di noi, e praticate con le calzature adatte, onde evitare bolle, vesciche o altri danni ai nostri terminali anatomici.
  2. Ricordarsi di loro: le gambe! Cercare di dare delle pause di decantazione mettendosi a gambe levate anche per pochi minuti e facilitare il deflusso venoso e linfatico, nei vari momenti della giornata. Su le gambe!!!
  3. Camminare in acqua. La migliore ginnastica per le gambe è la camminata con acqua a livello del torace, perché:
    • manca il peso sulle articolazioni, che lavorano e producono nuovo liquido sinoviale (la “sciolina” delle ossa) senza consumarsi;
    • la pressione dell’acqua preme sulle gambe in modo graduato e crescente dall’alto verso il basso (per questo va fatto con acqua alta, non al ginocchio)
    • il movimento in acqua crea dei vortici attorno a caviglie, polpacci e coscie che massaggiano e drenano i liquidi efficacemente;
    • il massimo se fatto in acqua marina o termale, ricca di preziosi oligoelementi ad effetto osmotico.
  4. Cibarsi senza eccedere per non portarci in giro inutili zaini adiposi che logorano articolazioni, muscoli e cuore. Cibi ipercalorici e sbilanciati “addensano” il sangue che stenta ancora di più ad attraversare i minuscoli capillari della periferia corporea. Frutta, verdura e molta acqua diluiscono e purificano arterie e vene, facilitandone la percorrenza.
  5. Controllare periodicamente lo stato di salute delle gambe con visite flebologiche ed ecografia per misurarne il grado di efficienza, soprattutto se si è predisposti geneticamente (avendo familiari con problemi vascolari) o lavorativamente (lavori sedentari o fissi in ortostatismo).
  6. Utilizzare tutti i presidi preventivi a disposizione: calze elastiche di differenti intensità (dai 20 ai 100 denari?), integratori flebotonici e capillaroprotettori, doccino caldo/freddo alternato per fare una ginnastica vascolare come nel percorso Kneipp, calzature comode e ben molleggiate, ecc…
  7. Praticare massaggi e linfodrenaggio soprattutto nei periodi più caldi dell’anno e quando le gambe sono “sotto stress” per ciclo mestruale, gravidanza, sovrappeso, edemi da farmaci o altre problematiche quotidiane o lavorative. Perché un buon drenaggio linfatico ed una bella seduta di riflessologia plantare possono cancellare i segni di mille battaglie. Forse è proprio quello che fece Nausicaa quando raccolse Ulisse stremato dal naufragio sulle coste di Scheria, ricordandogli al momento dell’addio: “Non dimenticarmi, perché ti ho ridato la vita”. Già, perché le gambe leggere ridanno vitalità ed ottimismo, oltre che benessere.
  8. Ultimo ma più importante di tutti, la cura quotidiana con creme a base di fitoestratti ed oligoelementi preziosi per la pelle e piccoli capillari sottostanti, che sono i più delicati e fragili dopo le grosse valvole venose. Ci ricordiamo spesso di applicare prodotti a mani e viso, ricordandoci del corpo solo per alcune zone (coscie e glutei) e solo in certe occasioni (prova costume, ricorrenze varie, ecc..).
  9. A tal proposito, ho messo a punto alcuni semplici ma efficaci esercizi di autocura quotidiana organizzati in un vero e proprio webinar aperto a tutti: DRENA-TI, seminario di AutoLinfodrenaggio. Maggiori info alla pagina…. academy.spaemotions.com/holistic-master/

LA PROMESSA

Bene, d’ora in poi ricordatevi che le gambe sono le nostre radici, oltre che i nostri mezzi di locomozione, per cui vanno riconsiderate nella loro fondamentale nutrizione e manutenzione. Muovetele, carezzatele, massaggiatele e coccolatele con amore e affetto perché ci hanno portato fin qui e ci dovranno portare chissà fin dove, per chissà quanto tempo ancora.

Aiutiamole quindi ad aiutarci a vivere meglio.

In alto i cuori…. Ma anche le gambe!!!

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